DIFFERENZE DI GENERE: MODELLI CULTURALI E SOCIALI

di Francesca Santostefano

dott/ssa Francesca Santostefano – sociologa

CONCETTO DI GENERE

Il genere (in inglese gender), in sociologia, è la gamma di caratteristiche che appartengono e distinguono tra mascolinità e femminilità; questa gamma di caratteristiche è variabile a seconda dei contesti storico-sociali e possono includere il sesso biologico (cioè lo stato di essere maschio, femmina o una variazione intersessuale), strutture sociali basate sul sesso (cioè ruoli di genere) o identità di genere. Il gender, in altre parole, è la distinzione di genere, in termini di appartenenza all’uno o all’altro sesso, non in quanto basata sulle differenze di natura biologica o fisica ma su componenti di natura sociale, culturale, comportamentale, quindi l’appartenenza a uno dei due sessi dal punto di vista culturale e non biologico. (Fonte Wikipedia)

CENNI STORICI

La “questione” se così vuole definirsi del genere nella nostra società è sempre stata un tratto peculiare, fonte di contrasti e di opinioni pubbliche divergenti nonché causa spesso di esclusione e discriminazione. Il concetto di genere è mutato nel decorso del tempo, a cominciare dalle società primitive ove i ruoli assegnati agli uomini ed alle donne erano differenti sia per motivi fisici e soprattutto sociali; agli uomini, essendo dotati di forza fisica e virilità, venivano conferiti lavori pesanti e manuali come la coltivazione dei campi, caccia, pesca ed altre mansioni in tal senso. Alle donne era affidato, benché apparentemente semplice, il compito più arduo: l’educazione e la crescita della prole, la cura della casa e del marito, una vita reclusa nelle sole mura domestiche. Con l’avvento dell’industrializzazione e del progresso scientifico/tecnologico in ogni campo della vita comune, la “questione” del genere assume differenti sfumature: se prima la donna aveva come scopo unico ed universale la sola cura ed educazione della prole, ora la vediamo prestare la propria capacità lavorativa nelle industrie, fabbriche, mansioni di tessitura, cucina, sebbene ancora la strada per ottenere i diritti fosse ancora lunga e difficoltosa (vedi Movimento Suffragette-1800). La nostra società attuale è connotata da una parvenza di Misoginia (indica un sentimento e un conseguente atteggiamento di avversione o repulsione nei confronti delle donne, perpetrato indifferentemente da parte di uomini o altre donne), pertanto la parità di genere non è stata del tutto raggiunta.

IL MODELLO DELLA SOCIALIZZAZIONE DI GENERE

Da un punto di vista biologico, le differenze di genere sono ricondotte all’ambito strettamente fisico; il genere è anche collegato alle nozioni socialmente costruite di maschilità e femminilità che non devono essere  necessariamente un prodotto diretto del sesso biologico; la distinzione tra sesso e genere è fondamentale poiché molte differenze tra uomini e donne non assurgano ad un’origine prettamente biologica. Il concetto e lo studio sulla socializzazione di genere rilevano tali differenze e riguarda l’apprendimento dei ruoli di genere attraverso agenti sociali come in primis la famiglia, la scuola ed infine i media. A tal riguardo si è evinto che le differenze di genere non sono biologicamente determinate  ma sono un prodotto culturale. Sono molti i canali attraverso cui la società influisce sull’identità di genere, studi sulle interazioni tra genitori e figli hanno dimostrato peculiari differenze nel trattamento dei maschi e delle femmine; ad esempio i giocattoli, i libri illustrati e i programmi televisivi con cui i bambini vengono a contatto tendo ad enfatizzare tali differenze. Secondo un’interpretazione funzionalista, gli agenti della socializzazione contribuiscono al mantenimento dell’ordine sociale sovraintendendo ad un’efficace socializzazione di genere delle nuove generazioni.

Altri autori sostengono invece che la socializzazione di genere non è un processo armonioso poiché i diversi agenti coinvolti possono essere in contrasto fra di loro e non produrre un’esperienza socializzante omogenea. Inoltre le teorie della socializzazione ignorano la capacità degli individui di respingere o modificare le aspettative sociali connesse ai ruoli sessuali. Secondo altri sociologi anziché concepire il sesso come qualcosa di biologicamente determinato ed il genere come prodotto di un apprendimento culturale più o meno rigido e meccanico bisogna considerare sia il genere che il sesso come dei costrutti sociali. Raewyn Connell (1995;2002) parla delle cosiddette “dinamiche di genere”, ossia le forme della maschilità sono una parte determinate dell’ordine di genere e non possono essere comprese differenziati da quelle della femminilità. Sottolineando che la disuguaglianza di genere non è solo un “ammasso informe di dati” ma rivela un campo organizzato di pratiche umane e relazioni sociali attraverso cui le donne vengono tenute in posizione subordinata rispetto agli uomini. Egli pertanto individua tre dimensioni che costituiscono tale ordine di genere: il lavoro, il potere e la catessi ( i rapporti personali e sessuali). Tali dimensioni sono interdipendenti fra di loro, il lavoro riguarda la divisione dei compiti in casa, il potere opera attraverso relazioni sociali come l’autorità la violenza e l’ideologia nelle istituzioni. La catessi infine concerne la dinamica dei rapporti intimi emozionali ed affettivi come il matrimonio, la sessualità e la cura della prole. Oggigiorno si assiste sempre più spesso ad episodi di intolleranza verso coloro i quali mostrano una propensione differente nel comportamento di genere che la società impone come l’omofobia che indica l’avversione o spesso odio nei confronti degli omosessuali e dei loro stili di vita, dei loro comportamenti, una forma di pregiudizio che si rilette nei comportamenti e nel linguaggio.

Tale realtà non è purtroppo presa sul serio e la comunità LGBT (La comunità LGBT o comunità GLBT, a volte indicata anche come comunità gay, è un gruppo vagamente definito di organizzazioni lesbiche, gay, bisessuali, transgender, LGBT e sottoculture, unite da un comune movimento culturale e sociale basate sul genere e sull’identità sessuale. Queste comunità generalmente celebrano l’orgoglio, la diversità, l’individualità e la sessualità. Attivisti e sociologi LGBT vedono la costruzione della comunità LGBT come un contrappeso all’eterosessismo, all’omofobia, alla bifobia, alla transfobia, al sessismo e alle pressioni conformiste che esistono nella società più grande. Il termine orgoglio (o pride) o talvolta orgoglio gay (gay pride) viene utilizzato per esprimere l’identità e la forza collettiva della comunità LGBT; le sfilate dell’orgoglio forniscono sia un primo esempio dell’uso sia una dimostrazione del significato generale del termine. La comunità LGBT è diversa nell’appartenenza politica. Non tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali o transgender si considerano parte della comunità LGBT) lotta per ottenere i propri diritti in una società che stenta ad accettare e riconoscere la loro identità, in primis di persone come essere a sé.

Dott.ssa Francesca Santostefano – Sociologa, specializzanda in SAOC (Scienze delle amministrazioni e delle organizzazioni complesse, Counselor Sociolostico ASI

FONTI BIBLIOGAFICHE

Giddens A., Sutton P.W., Fondamenti di sociologia (2014)., il Mulino, Bologna.

Wikipedia


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