TERRA DI LUCE E DI SPLENDORE
Con i suoi 6000 siti archeologici, 4700 musei, 46000 beni architettonici vincolati e 44 siti dichiarati patrimonio culturale mondiale dall’UNESCO, terra di luce e di splendore è la definizione del bel paese che perfetta s’adatta, ad una nazione che in sé custodisce il 65[%] di tutto il patrimonio culturale mondiale, e il cui possesso, per il 75[%] degli intervistati, in un sondaggio del 2011 (effettuato in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia) su quale fosse il principale motivo d’orgoglio nazionale, ha risposto sostenendo che proprio il patrimonio artistico e culturale d’ Italia costituiva il motivo di più profondo orgoglio per il nostro paese, una terra di luce e di splendore per l’appunto.
Eppure, nonostante questo amore, che è insito nell’anima italiana, per tutto ciò che è bello, per tutto ciò che è arte, proprio quest’ultima rischia di cadere nell’ombra, di diventare conoscenza per pochi.
Dal 1 Settembre 2010 è infatti entrata in vigore la riforma del ministro Gelmini, che prevede il progressivo dissolvimento della storia dell’arte dai programmi scolastici dei vari indirizzi di studio, compresi quelli, come l’Istituto Tecnico per il Turismo, che dovrebbe formare coloro che si occuperanno di proporre al mondo le bellezze del nos
Perché, nonostante sia ormai opinione diffusa che arte e cultura (complice probabilmente l’influenza della crisi) siano qualcosa di superfluo, qualcosa di cui si possa fere tranquillamente a meno, tanto trattasi unicamente di un cumulo d’insostenibili spese, le quali è cosa nota non costituiscono certo fonte di reddito, sono in realtà un patrimonio di valore inestimabile, l’equivalente delle più rare risorse naturali, un tesoro a cui guardare non solo nei giorni più sereni, quando non si deve pensare solamente al necessario, ma proprio adesso, nelle ore più buie, perché è proprio ora che ne abbiamo più bisogno, anzi che ne abbiamo una necessità estrema di attingere a quella fonte di luce inesauribile che costituisce la più grande ricchezza della terra di Dante e di Petrarca.
Roma capitale. Un museo a cielo aperto, una settimana non è abbastanza per conoscerla nemmeno in superficie.
Firenze. La stella del Rinascimento, non c’è al mondo qualcuno che non sogni di vederla almeno una volta nella vita.
Venezia, magica durante il carnevale, avvolta d’un soffio d’incanto che la sospende in una dimensione eterea, fuori dal tempo.
L’elenco ovviamente qui non si ferma, sono tante, tantissime le città, i paesi, i luoghi più o meno noti di questa nostra splendida Italia, che ne costituiscono le gemme preziose della sua corona.
Come la matematica è il segreto codice per decifrare l’arcano libro dell’universo, così la storia dell’arte è la lingua per comprendere, per interpretare, i sogni , le speranze, i desideri, e tutti i mutamenti piccoli e grandi che hanno accompagnato, accompagnano ed accompagneranno per sempre, ogni singolo giorno della storia umana, per decodificarne le aspettative, le emozioni, le immagini, l’anima stessa del tempo, in una relazione inscindibile con letteratura, filosofia, storia, e tutte le forme creative d’espressione.
Nel 2010 è entrata in vigore la riforma, ma purtroppo la situazione per il bel paese non è affatto cambiata, anzi, è addirittura peggiorata. I problemi sono notevolmente aumentati, mentre la crisi, che avrebbe dovuto svanire come neve al sole, ha , al contrario, acquisito maggiore energia, andando a radicarsi nell’animo di ognuno, concedendo il triste dono di una quieta rassegnazione, che l’ha portata a conquistarsi un posto nella realtà quotidiana divenendo, quasi la normalità dell’esistenza.
Più che logico, che nell’agenda degli impegni, la parola cultura, non sia stata inserita al primo posto.
Tuttavia, qualche passo è stato fatto, nel decreto appena firmato dal ministro Bray, nonostante i mille drammi dell’adorata Italia, un piccolo spiraglio è stato aperto, una piccola oasi nel deserto, a cui dovrebbe poter accostarsi, anche il ministero della Pubblica Istruzione. Pubblica Istruzione, la Cenerentola tra i ministeri, la cui situazione è sempre difficile, mentre la sua importanza è addirittura fondamentale, poiché in esso ha le sue basi l’essenza stessa di una nazione: la formazione dei giovani che sono la speranza, il futuro di ogni popolo.
Numerose sono le questioni affrontate dal recente decreto sulla scuola del ministro Carrozza, tutte collegate allo stato di crisi ed alle priorità che questa comporta (apertura a nuove assunzioni, attenzione verso studenti disabili e disagiati, lotta alla dispersione scolastica), difficoltà alle quali si sommano tutti quegli ostacoli , che l’intoccabile spending review, ha reso quasi impossibile superare , le cosiddette ‘’classi pollaio’’, ad esempio, o la sorte dell’insegnamento della storia dell’arte.
Sorte sulla quale del silenzio ancor si stende il velo.
Una petizione per questo motivo è stata indetta, che ha visto fra i primi firmatari molti nomi illustri, e che in questi giorni vede con il numero di 15677 firme, raggiunto il suo obbiettivo di raccolta.
Però come si sa, non sempre il silenzio è indicatore di qualcosa di negativo, spesso è il primo messaggero della più rosea speranza.
Ricordando poi un piccolo aneddoto, avvenuto alcuni anni fa, riguardante l’allora presidente americano Bill Clinton, che in visita in Italia, proprio lui, presidente di una nazione in cui tutti sognano di poter studiare, aveva invece dimostrato la sua profonda ammirazione per il nostro sistema scolastico, per il suo approccio umanistico, per l’amore con cui s’insegna, che rende l’apprendimento meno freddo, meno meccanico di quello che si può ottenere negli Stati Uniti.
Il cuore in ogni cosa, una dote insieme al nostro patrimonio artistico, di cui noi italiani possiamo andare fieri.