LUDOPATIA: DIPENDENZA PATOLOGIA E SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO
Il Gioco d’azzardo di per sè rappresenta una forma di divertimento e di evasione nei momenti di relax, se però è praticato con moderazione e con consapevolezza dei potenziali rischi che esso comporta. In questo caso il gioco d’azzardo viene definito “informale e ricreativo”, comportando una fruizione saltuaria, con costi contenuti e con la motivazione alla socializzazione.
Nel momento in cui aumenta la ricerca dello stimolo con conseguente aumento della frequenza di gioco e impiego di denaro, si passa allo stadio problematico del gioco d’azzardo, in cui l’individuo diventa una persona a rischio.
Se poi successivamente il gioco d’azzardo sfocia in una vera e propria dipendenza comportamentale, che si manifesta mediante un bisogno incontrollabile di gioco, per cui la sua fruizione diventa quotidiana e intensiva, si entra in una forma patologica vera e propria che può comportare gravi disagi sia a livello personale che sociale.
Infatti, se quella che sembrava un’abitudine diventa una schiavitù, insorgono le caratteristiche tipiche della dipendenza che rendono il gioco d’azzardo una vera droga, e che sono: la tolleranza, cioè la necessità di giocare con maggiore frequenza per riprodurre sempre il mede
perdita di controllo e la conseguente impossibilità di resistervi.
Il gioco d’azzardo patologico si rivela con un bisogno compulsivo, progressivo, caratterizzato dal pensiero fisso di giocare e reperire denaro, a dispetto delle conseguenze negative che può produrre.
Esso, quindi, rappresenta un grave problema di salute pubblica, crea problemi psico-sociali al soggetto coinvolto, compromettendone lo stato di benessere di salute: infatti il soggetto gioca per sfuggire ai problemi o per alleviare uno stato d’animo; manifesta preoccupazione e ansia al pensiero di come ottenere il denaro per giocare; è inquieto e irritabile quando cerca di smettere di giocare.
I risvolti negativi che il gioco d’azzardo patologico presenta investono anche la sfera sociale, in quanto il soggetto compromette e distrugge pian piano le sue relazioni con la famiglia e gli amici per nascondere l’entità del coinvolgimento nel gioco, nonchè con l’ambiente di lavoro, dove svolge male i suoi compiti. Inoltre, il soggetto è capace di arrivare a gravi indebitamenti e alla richiesta di prestiti usuranti, oltre che commettere reati come per esempio furti.
Possiamo definire, quindi, il gioco d’azzardo patologico, una malattia neuropsicobiologica che necessita di diagnosi, cura e riabilitazione.
Proprio per questo le istituzioni hanno preso coscienza del problema elevando la ludopatia, ovvero il gioco d’azzardo patologico, allo status di malattia riconosciuta dallo Stato, inserendolo nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
I Lea, istituiti con DPCM del 29/11/2001 entrato in vigore nel 2002 in base ad un accordo tra Stato e Regioni, sono costituiti dall’insieme delle attività, dei servizi e delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) eroga a tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale, gratuitamente o con il pagamento di un ticket, indipendentemente dal reddito e dal luogo di residenza. L’elenco dei Lea viene aggiornato man mano che si evidenziano nuove patologie, quando queste ultime vengono formalmente riconosciute come tali, e possono perciò usufruire delle cure gratuite da parte del Ssn.
L’ art 5 del DDL Balduzzi 13/9/2012 n°158 inserisce la prevenzione, la cura e la riabilitazione, appunto, della ludopatia nell’ambito dell’attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria per le “persone affette da dipendenze patologiche o da comportamenti di abuso di sostanze”, che finora erano previste solo per la dipendenza da droga e alcool. Le prestazioni a beneficio dei malati da gioco d’azzardo sono rese nei Sert (Servizi per le Tossicodipendenze), Centri Diurni ecc, gli stessi che accudiscono i tossicodipendenti e gli alcoolisti.
La dipendenza dal gioco d’azzardo e i danni derivati da esso non sono, perciò, ritenuti meno gravi di quelli legati alle più note patologie da assunzione di sostanze psicotrope.
Così, la ludopatia, da vizio da casinò, diventa una malattia da combattere, per cui coloro che sono afflitti dalla sindrome da gioco d´azzardo compulsivo hanno la possibilità di rivolgersi alle strutture pubbliche per le terapie necessarie.
Il Dipartimento Tutela della Salute Politiche Sanitarie della Regione Calabria, tenuto conto dell’obbligo dei gestori di esercizi e delle sale da gioco di esporre materiale informativo sui pericoli del gioco d’azzardo, ha predisposto in modo omogeneo per l’intero territorio regionale i contenuti informativi previsti in materia dal Decreto Balduzzi. Ha anche individuato nel Dipartimento delle dipendenze ovvero nei SERT delle Aziende Sanitarie Provinciali le strutture dedicate alla cura ed al reinserimento sociale delle persone con patologie correlate al gioco d’azzardo.