IL VOLONTARIATO
Oggi parleremo di volontariato. Una funzione oltremodo importante la riveste il mondo del Terzo Settore, a mio avviso l’Italia più bella, perché lì dove non arriva lo Stato a tamponare le falle della gestione istituzionale, arriva gratuitamente il volontariato.
<<== di Italo Caruso
A Cosenza il CSV “Centro Servizi per il Volontariato,” organizzazione No -Profit il cui Presidente è il Sig. Gianni Romeo, racchiude e rappresenta la maggior parte delle associazioni di volontariato. Un Presidente lungimirante che mira in alto, che ha chiuso un accordo con il mondo Accademico – UNICAL-CSV- per qualificare, dare una formazione specialistica alla figura del volontario, in quanto ha capito che lo Stato ha bisogno del Terzo Settore. La docente Unical Maria Teresa Nardo ha da poco attivato un corso di formazione online dal titolo: Il Capitale intellettuale del Terzo Settore, un bene da valorizzare. Questo è anche l’auspicio del Dott. Mauro Palma, Presidente Nazionale del Garante per i detenuti, che sostiene e divulga questo modus operandi da molto tempo.
Fra le associazioni di volontariato che più si distinguono e che sono particolarmente impegnate nel carcere vi è l’Associazione Liberamente di Cosenza che quotidianamente investe risorse umane nelle strutture detentive, affiancando detenuti nel loro percorso di sofferenza e di detenzione, aiutandoli a superare momenti di sconforto, attraverso l’ascolto, la lettura, lo studio ed altre iniziative quali progetti teatrali, cineforum, ecc. L’Associazione Liberamente aderisce al SEAC “Coordinamento Enti ed Associazioni di Volontariato Penitenziario”, organo di rappresentanza nazionale.
L’Associazione Liberamente, di cui orgogliosamente faccio parte, il cui Presidente è il Sig. Francesco Cosentini, in sinergia con la dottoressa Mendicino Direttrice del carcere di Cosenza porta avanti progetti rieducativi, ma anche progetti straordinari, come la partecipazione alla rassegna nazionale teatrale che si è tenuta a Saluzzo lo scorso anno: otto detenuti del carcere di Cosenza, facenti parte di una compagnia teatrale, si sono recati in trasferta a Saluzzo- TO- accompagnati da volontari di Liberamente. È stata un’esperienza emozionante che spero si ripeterà. Gli attori “detenuti,” liberi da qualsivoglia restrizione fisica e mentale, hanno dimostrato un alto senso di responsabilità, hanno pranzato e cenato nei ristoranti della città con i volontari, in un’atmosfera simpatica e di buon umore, e quando qualche curioso notava l’allegria del gruppo e chiedeva chi fossimo, la risposta era” siamo quasi tutti detenuti liberi per tre giorni per una rassegna teatrale”. Hanno dimostrato di essere pronti a vivere serenamente nella società. Questo significa riabilitare, rieducare. Il Laboratorio Focus Carcere, attento osservatore, si congratula con la Direttrice del carcere, la quale sta ricevendo numerose lettere di riconoscenza da parte dei detenuti e con l’associazione Liberamente , per lo straordinario traguardo raggiunto.
Una punta di diamante del volontariato negli istituti penitenziari è rappresentata anche dalla Professoressa Franca Garreffa, docente di Sociologia della devianza e responsabile del Polo Penitenziario dell’Unical, la quale si prodiga con numerosi progetti e impegni personali a condurre i detenuti in un percorso di studio, raggiungendo notevoli soddisfazioni e facendo laureare diversi detenuti.
Emblematica soddisfazione del mondo Accademico dell’Università della Calabria UNICAL, è stata il conseguimento della laurea in sociologia di due detenuti rinchiusi nel carcere di Rossano: Francesco Carannante condannato all’ergastolo ostativo, fine pena mai, cioè pena perpetua e il compagno di cella Gennaro Barnoffi, ragazzi che appena maggiorenni, trent’anni orsono, erano macchine da guerra e carne da macello per la camorra.
A coronamento del traguardo raggiunto il Dott. Carannante ha pubblicato il suo primo libro dal titolo” Sulla Linea, la mia vita dietro le sbarre”, libro che consiglio a tutti di leggere. Voglio sottolineare un pensiero profondo del detenuto dott. Carannante che dice: la delinquenza non è e non è mai stata figlia della povertà ma solo dell’ignoranza.
Questa frase incoraggia molto il mondo del volontariato e il reparto educativo che dedica tanto tempo alle persone carcerate, che alcuni vorrebbero eternamente dietro le sbarre, dopo aver metaforicamente gettato le chiavi.
Dott. Italo Caruso – Laboratorio focus carcere ASI di Rende (CS)