SUICIDI DI STATO
Morti per “disperazione”: tra gli effetti catastrofici della pandemia, la paura e l’incertezza fanno una strage.
< avv.Martina Grassini
I dati dell’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” della Link Campus University (Osservatorio permanente sul fenomeno delle morti legate alla crisi e alle difficoltà economiche) parlano chiaro: su 40 casi avvenuti in Italia dall’inizio del 2020, 25 si sono verificati durante il lockdown. Senza contare i “tentati” suicidi: 36 dall’inizio dell’anno e 21 nelle sole settimane di lockdown.La curva crescente risulta ancor più preoccupante se confrontiamo i dati del 2020 con quelli rilevati un anno fa, quando si registrava per la prima volta una battuta d’arresto dopo anni di crescita.
Il motivo economico è sempre quello principale.
Le vittime, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio, sono perlopiù imprenditori, ma anche semplici padri di famiglia in difficoltà.
Il dato comune? La preoccupazione per le sorti di un’Italia “post COVID-19”.
L’allarme arriva dall’OMS: sulla base di un’analisi, la pandemia rischia di scatenare un massiccio aumento dei casi di malattia mentale. Per combattere più efficacemente il virus, dunque, è necessario preservare non solo le difese immunitarie, ma anche quelle “psicologiche” di una popolazione in crisi. Oggi le famiglie iniziano a toccare con mano la “crisi economica”, la Caritas avverte che le richieste di aiuto sono triplicate e sono 10 milioni gli italiani a rischio povertà.
L’espressione “economia di guerra”, che è stata evocata più volte in questi mesi nei dibattiti sui provvedimenti economici, è la perfetta metafora della lotta contro l’attuale “nemico”.
Quello che accade oggi, dal punto di vista macroeconomico, è molto diverso dalle precedenti crisi, la causa infatti non riguarda più la domanda complessiva, ma l’attuale emergenza economica è contemporaneamente crisi di domanda e di offerta: “non si può comprare e non si può produrre” ed investe l’economia globale. Ciò e accompagnato da una fortissima incertezza che fa rinviare acquisti ed investimenti. È evidente che la pandemia ha rivelato un quadro di umanità fragile, debole, facilmente preda di depressione.
Il vero rischio? Una pandemia suicidaria.
La soluzione? Una rivoluzione culturale ancora prima che economica, trasformare la tragedia in opportunità, creando nuove abitudini, ma soprattutto una nuova idea di “ricchezza”.
Avv. Martina Grassini – Assistente Prof. Avv. Michele Miccoli