“ECCO CHI PUÒ RICHIEDERE IL BONUS DI 600 EURO. CI SONO DELLE INCOMPATIBILITÀ”
La carica distruttiva del COVID-19 ha mandato in quarantena l’economia mondiale. Tra le prime vittime dello stop economico emergono le partite IVA e i lavoratori autonomi, per i quali il nostro Governo ha stanziato il bonus di 600 Euro una tantum, che potrà essere richiesto dagli aventi diritto dal 1° aprile 2020.
SERVIZIO Esclusivo dell’Avv. Martina Grassini
MA QUALI SONO LE CATEGORIE DI LAVORATORI AUTONOMI CHE HANNO DIRITTO AL BONUS?
Autonomi, professionisti, co.co.co e stagionali.
Il trattamento di 600 Euro una tantum per il mese di marzo 2020, riguarda una platea di lavoratori che il Governo quantifica in quasi 5 milioni di persone ed in particolare:
- autonomi e Partite IVA (con apertura prima del 23 febbraio) non iscritti agli ordini professionali (per i quali è prevista una disciplina autonoma);
- collaboratori in gestione separata (non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme di previdenza);
- commercianti;
- artigiani;
- stagionali nel settore turismo e stabilimenti termali (non titolari di pensione o di rapporto di lavoro dipendente);
- coltivatori diretti, operai agricoli a tempo determinato e non titolari di pensione, mezzadri e coloni;
- lavoratori nello spettacolo (purché abbiano versato nel 2019 almeno 30 contributi giornalieri e non abbiano avuto un reddito superiore a 50.000,00 Euro).
QUALI SONO I REQUISITI ECONOMICI PER ACCEDERE AL BONUS?
Non c’è un requisito economico, non è necessario quindi che il richiedente abbia fatturato “zero”.
Solo nel settore del turismo (lavoratori stagionali e stabilimenti termali) è necessario dimostrare che il lavoratore abbia cessato involontariamente il rapporto tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020 e per i lavoratori nello spettacolo che non abbiano un reddito superiore a 50.000,00 Euro nel precedente periodo di imposta.
Il bonus di 600 euro è poi incompatibile con gli altri sostegni al reddito previsti dal decreto “Cura Italia”, con le pensioni, il reddito di cittadinanza e gli assegni di invalidità.
Si tratta in sostanza di una manovra di semplificazione, possiamo definirlo una sorta di “reddito di cittadinanza” conseguente al momento economico.
Il trattamento del bonus di 600 euro, infatti, è esentasse e una tantum, dopodiché ci saranno nuovi interventi per prevedere ulteriori soluzioni a questo momento di crisi globale.
Il paradosso di questo decreto è che mentre la recente estensione della misura ai professionisti iscritti a previdenza privata è stata subordinata a precisi requisiti reddituali, l’agevolazione per gli iscritti alla gestione separata INPS è incredibilmente svincolata da qualsiasi requisito reddituale.
Il Governo, però, ha già anticipato una proroga ed un incremento del bonus con il prossimo decreto legge: l’ipotesi allo studio è di portarlo ad 800 euro, introducendo alcuni criteri di selettività, per evitare che il beneficio vada a coloro che non sono stati economicamente danneggiati dall’emergenza coronavirus.
COME SI PUÒ RICHIEDERE IL BONUS?
Il servizio è accessibile attraverso il sito dell’INPS con il PIN dispositivo che verrà rilasciato direttamente sul sito, su cui è attiva la procedura.
Le domande partiranno dal 1° aprile 2020, ma non si tratterà di un “click day”, non essendo previsto un limite di tempo per la presentazione della domanda.
L’INPS, a fronte del regime emergenziale delle prestazioni, ha disposto una procedura semplificata per il rilascio del Pin che si potrà richiedere con queste due modalità:
- sito internet www.inps.it, tramite servizio “Richiesta PIN”;
- Contact Center, dal numero verde 803-164 (gratuito da rete fissa), oppure 06.164164 (a pagamento da rete mobile).
E PER I PROFESSIONISTI AUTONOMI ISCRITTI A CASSE DI PREVIDENZA PRIVATE?
Anche i professionisti e autonomi iscritti alle casse di previdenza private avranno un indennizzo di 600 euro una tantumper il mese di marzo.
Il bonus è però soggetto a limiti di reddito e potrà essere richiesto dal professionista alla propria cassa da coloro che hanno conseguito redditi fino a 35.000 euro o, tra 35.000 e 50.000 mila, abbia subito cali di attività di almeno il 33% nei primi 3 mesi 2020.
C’È UNA CATEGORIA DI LAVORATORI MENO TUTELATA DAL DECRETO “CURA ITALIA”?
Sì c’è una categoria che non ha – allo stato – ottenuto ammortizzatori sociali dal decreto Cura Italia e sono badanti, baby sitter e colf.
Dall’altro sarebbe necessario pensare a misure per l’aiuto alle categorie più deboli come gli anziani senza assistenza che non possono permettersi una badante per le primarie necessità quali il rifornimento di viveri o generi alimentari.
Avv. Martina Grassini
( Assistente del Prof. Avv. Michele Miccoli )
Fonte: http://www.calciomercato.it