OBIETTIVI RAGGIUNTI = INFELICITA’

Massimiliano GianottiA volte vediamo persone che all’apparenza hanno tutto: fama, bellezza, denaro e rispetto ma nonostante queste caratteristiche meravigliose nella loro vita sono infelici. Tra loro ci sono manager, imprenditori ambiziosi, uomini d’affari e donne affermate, insomma gente che non sempre riesce a vivere appieno la propria felicità. A quanto pare, infatti, chi troppo vuole, alla fine, nulla stringe, perché in pratica non è mai contento e oltretutto si logora e tende ad essere meno longevo. Un principio confermato anche da una ricerca americana dalla quale risulta che le persone più hanno sete di fama e successo e maggiore è il rischio per loro di vivere frustrati la propria esistenza. Ossia di non saperla gustare appieno.
E’ vero, spesso si dice che le persone “normali” sembrano infelici ma questo accade perché le loro speranze non sono appagate, ma dall’altra parte però ci sono anche manager ed individui ambiziosi che, invece, si sentono infelici perché le loro speranze sono appagate. Ma come? Allora non c’è via di scampo, siamo sempre infelici. In realtà non è così perché l’infelicità degli intraprendenti è molto più spaventosa e profonda, se paragonata a quella delle persone comuni, perché a queste ultime resta la speranza, nel ricco e nel manager invece la speranza è morta, proprio quando pensavano di aver già fatto tanta strada e di aver soddisfatto la loro sete e i loro desideri.

Nulla di più sbagliato perché la felicità non è fatta da ciò che abbiamo ma da ciò che siamo. Qui sta la differenza. Anche i ricercatori americani sono giunti a questa conclusione. Seguendo uno schema preciso hanno seguito 717 volontari per    decine di anni: alcuni di loro erano persone di successo con posizioni lavorative di alto livello mentre altri soggetti facevano parte del così detto ceto medio. A ciascuno, raggiunti i 55 anni di età, quindi all’apice della loro carriera lavorativa, è stato chiesto di esprimere il proprio grado di soddisfazione sulla base di quanto costruito nell’arco della loro vita e in particolare in merito al lavoro, alla famiglia, salute, svago e gioia di vivere.
I risultati di questa ricerca hanno confermato che chi focalizza la propria vita puntando solo su obiettivi, spesso lamenta una vita poco felice e questo effetto aumenta sensibilmente in coloro che non riescono a raggiungere ciò che desiderano. Quindi raggiungere ambiti lavorativi importanti e retribuzioni elevate, ci fa vivere vite meno appaganti rispetto a coloro che non sono troppo impegnati nel primeggiare.
Ma si può essere felici al lavoro visto che gran parte della nostra giornata la trascorriamo lavorando? Certo il punto di partenza per essere felicinella vita lavorativaè individuarne i lati positivi, cercare di essere propositivi ed aperti alle novità e ai cambiamenti. Inoltre è importante essere ottimisti, e anche quando sembra tutto nero, magari pensare che un prossimo futuro potrebbero esserci delle belle novità.
Per realizzare tutto questo è anche importante creare un rapporto di amicizia tra colleghi in modo da condividere e superare insieme le difficoltà. Insomma, sia per il manager che per l’operaio ci possono essere tante piccole fonti di felicità alla quali attingere, questo per saper affrontare ogni giornata con il sorriso, di qualsiasi lavoro si tratti. Quindi basta un po’ di impegno per migliorare il rapporto con il nostro lavoroe di conseguenza con la nostra vita.


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