“INNAMORAMENTO”, LA LECTIO MAGISTRALIS DEL PROF. ALBERONI

FRANCESCO ALBERONI«L’innamoramento non è un sentimento. L’innamoramento è un fatto sociale». Con queste parole  si è alzato il sipario sulla lectio magistralis tenuta dal professor Francesco Alberoni, sabato 1 dicembre, a Firenze durante il convegno nazionale dell’Associazione nazionale sociologi. L’incontro, organizzato dal dipartimento Ans Toscana, si è svolto presso la sala della Confederazione delle misericordie nell’occasione del trentesimo anno di costituzione dell’Ans. I lavori hanno preso il via alle ore 11 dopo i saluti del presidente nazionale Pietro Zocconali e l’intervento del referente Ans Toscana, Giuliano Bruni. Poi ha preso la parola il segretario nazionale, Antonio Polifrone, il quale ha introdotto Alessandro La Noce che ha concluso la prima parte dei lavori con una breve prolusione legata alla sessualità. Verso mezzogiorno ha raggiunto la sala convegni anche il professor Francesco Alberoni presentato dalla vice presidente nazionale Ans, Anna Maria Coramusi. Il professore, già rettore dell’università di Trento, della Iulm di Milano e docente di sociologia in altre prestigiosi istituti ha focalizzato il suo intervento sull’amore riprendendo alcuni passaggi scritti nel suo ultimo libro «L’arte di amare».

«L’innamoramento è l’unica esperienza umana che ci fa abbandonare il nostro cinismo e il nostro egoismo;  molti sono convinti che l’amore inizia con l’innamoramento e la passione per finire con la monotonia quotidiana ma in questo libro ho voluto dimostrare che la felicità e i suoi piaceri più intensi sono possibili soltanto scoprendo il grande amore erotico» ha spiegato Alberoni che ha poi preso in esame anche la seduzione. «Il seduttore non è innamorato e ancor peggio vuol fare innamorare di se un’altra persona. Per riuscire in questo mette in atto strategie al fine della conquista, ma qui siamo di fronte ad un individuo che cede ad un altro individuo – ha sottolineato lo scrittore -. Io però nel libro non parlo di questo, io approfondisco l’innamoramento bilaterale che porta alla formazione di una coppia che stabilisce un forte legame emotivo ed un’attrazione erotica fortissima al punto da formare una nuova entità sociale capace di durare nel tempo».

Dopo aver esposto altri concetti legati al tema dell’amore, è stato dato spazio alle domande della platea. «Gli innamorati devono lavorare e faticare per mantenere il loro rapporto di convivenza?» e ancora «Ma perché ci si innamora?» sono state le prime domande. «Gli innamorati non devono fare fatica, non devono lavorare, per loro stare insieme diventa un piacere perché i loro cuori sono aperti e il loro amore cresce con il rispetto reciproco – ha risposto il docente -. Ci si innamora, invece, quando si è stanchi della vita, mai quando si è felici, oppure quando siamo pronti a crescere e ad esplorare mondi nuovi, magari spostandoci in un’altra città. Ecco allora che andiamo alla ricerca di ciò che ci manca per rigenerare noi stessi». Altre domande, invece, hanno toccato il tema della liberta. «L’innamoramento è frutto della libertà e in un sistema dominato da caste entrò cui ci si deve sposare ed accoppiare forzatamente oppure dove ci sono matrimoni e relazioni combinate non c’è amore – ha specificato il sociologo -. Prendiamo l’esempio di Carlo d’Inghilterra, costretto a sposare Diana (Spencer nda), essendo però innamorato di Camilla (Parker nda) ecco infatti che ha combinato un sacco di casini». Poi il professore ha specificato un importante passaggio in merito alla monotonia di coppia. «Tra due innamorati di lungo corso nascono poi le ricorrenze come l’andare a trovare la zia, le feste comandate in famiglia, i soliti amici e i soliti impegni dove la vita diventa una strada di tappe e dove anche il fare l’amore viene regolato da orari fissi – specifica -. Ecco allora che si instaura l’amore senza passione che esclude il desiderio arrivando così alla rottura. Questo quindi è l’amore spento, stanco. Mentre invece si può restare innamorati per sempre e camminare senza sosta sulla vie en rose trasformando tutta questa monotonia in un grande amore erotico che può durare. Tutto questo si ottiene abbandonandosi al candore dei sentimenti, alla sincerità di coppia, alla verità e alla libertà, senza forzature e senza pudore». Poi, per il professore c’è stato poi un lungo e meritato applauso conclusivo. Infine Alberoni si è concesso per alcune foto con dedica scritta sulla prima pagina del suo testo «L’arte di amare» che alcuni presenti hanno acquistato in sala. Nell’occasione sono state distribuite anche alcune copie del libro «L’io tra società palese e società occulta» del socio onorario Ans, Ferruccio De Stefano, più un altro testo di poesie dal titolo «Refoli in taumascopio» a firma del dirigente nazionale Ans, Arnaldo Gioacchini.

Dopo il pranzo predisposto nella stessa sala in formula catering c’è stata l’elezione del nuovo direttivo nazionale. All’unanimità, si è deciso votare nel segno della continuità riconfermando Pietro Zocconali alla presidenza dell’Ans nazionale. Stessa scelta anche il ruolo di vice che resta ad Anna Maria Coramusi e di segretario per Antonio Polifrone con nuove nomine, invece, per quanto riguarda il collegio dei Sindaci e dei Probiviri. Sono poi seguiti alcuni costruttivi suggerimenti proposti dai membri dell’assemblea al fine di rendere l’Ans sempre più presente e competitiva nel contesto nazionale. La seduta si è poi conclusa con un lungo applauso ed un augurio di buon lavoro al riconfermato direttivo, ringraziando anche l’Ans Toscana per l’ospitalità.

Il prossimo importante appuntamento di ritrovo nazionale sarà per giugno 2013 a Roma, dopo le elezioni primaverili che interesseranno ben 13 dipartimenti regionali.


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