FIERA DI SAN GIUSEPPE, INCROCIO DI CULTURE
Eventi fieristici, kermesse di ogni genere, tradizioni e profumi calabresi hanno fatto da sfondo alla festività di San Giuseppe, che è il santo patrono del centro storico cosentino. La fiera ha origini storiche, sin dal 1848 si parla di kermesse fieristica, ed in occasione del culto di San Gaetano, si scelse di abbinare all’evento religioso un momento di festa popolare: le bancarelle con prodotti agroalimentari, oggetti in terracotta, piante, casalinghi hanno fatto la storia della fiera più nota d’Italia.Dal punto di vista sociologico è un crogiolo di culture, di topoi e di antiche tradizioni, tanto da ospitare stranieri, gente che viene da ogni parte di Italia, ed in concomitanza alla sopracitata “Fiera di San Giuseppe” si apprestano a vendere i loro prodotti, così che possano trarne vantaggio. Abbiamo più appuntamenti fieristici nel periodo di San Giuseppe, tra cui la Spezia, Lizzano( Ta) Agira (En) Giurdignano ( Lecce) . Anche in Emilia Romagna vi è la Fochereccia di Gemmano e quella di Poggio Tarriana, in cui si accendono dei grandi focolari per Fiera di San bruciare cose vecchie ( tradizione di capodanno in alcuni paesini).Da non dimenticare la Fiera di San Giuseppe a Correggio e la Fiera artigianale di Scandiano, sempre in Emilia Romagna, così come i suggestivi Fucarazz di Castelluccio Inferiore e i falò a Ruvo del Monte, in provincia di Potenza, oppure la nota festa a Scicli, in Sicilia: un insieme di persone e culture, capaci di restituire alla gente del posto tanta allegria, musica , folclore e vendita immediata sul posto.
A Cosenza, invece, in questo 2017 la linea comunicativa ha dato spazio alla trasmissione “Parola di Pollice verde”, condotta da Luca Sardella in onda sul canale nazionale rete 4, con l’intento di poter diffondere un servizio di promozione ed informazione del territorio, sia dal punto di vista culturale che enogastronomico: una scelta che ha diviso l’opinione pubblica, in quanto da una parte qualcuno ha parlato di spese pazze, dall’altra ha permesso di favorire la conoscenza della nostra città, un modo per dimostrare in diretta la bellezza della città di Cosenza, rivisitata nei suoi luoghi, bellezze naturali, nel suo cibo, ed in particolare la zeppola di san Giuseppe è stata anche oggetto del contest Facebook: scegliere la migliore zeppola è un’impresa per pochi.Anche la fiera è divenuta un evento social, dove si sono radunate più realtà e situazioni, lasciando spazio alle novità dell’anno, da ricercare tra i prodotti esposti,oppure la buona musica, gli appuntamenti con i laboratori tematici, l’aspetto enogastronomico, elementi che hanno permesso la realizzazione di una ricorrenza all’avanguardia.Le tradizioni popolari ricordano l’incrocio tra culture, popoli prettamente diversi, una vera crescita culturale per tutti quelli che immaginano questi eventi come occasione di formazione e di arricchimento personale: non mancano certo gli aspetti critici, come l’abbandono dei rifiuti, il rischio di una città, che nei giorni a venire possa diventare una pattumiera, la possibilità del riciclo di banconote false ( un episodio sconcertante che in fiera può avvenire), tutto il resto invece è parte della vita da fiera.Andiamo in fiera per conoscere, ascoltare , sentire i profumi, gli odori delle tradizioni locali, senza perderci nel nostro retaggio culturale: mai pensare al nuovo come ostacolo, bensì associare la novità alla cultura del fare rete, che può succedere anche in fiera.
Matteo Spagnuolo