Il futuro? Un mondo ricco di opportunità

 

Racconto di una “ lectio magistralis” memorabile  curata dal sociologo Domenico De Masi

 

Foto ( De Masi- Caccia) (1)Ci sono incontri destinati a restare per tanto tempo impressi nella mente di chi li vive. Per le suggestioni e le emozioni  regalate alla platea presente al parco di  Roccelletta  nei giorni scorsi, quello con il prof. De Masi rientra a pieno titolo nell’elenco degli eventi da ricordare. Persona poliedrica, di cultura profonda, fantasiosa e dotata di una singolare ironia, il sociologo Domenico De Masi, professore emerito di sociologia dell’organizzazione e del lavoro presso l’università la Sapienza di Roma, ha trasformato la presentazione del suo ultimo libro  ( Una semplice rivoluzione-Rizzoli)  , in un pomeriggio gradevole e stimolante.  La presenza del prof De Masi è stata fortemente voluta dalla Fondazione “Armonie d’arte”, presieduta da Chiara Giordano  e dalla fondazione “Gouteberg”, presieduta dal preside Armando Vitale,  che da diversi anni promuovono apprezzati eventi culturali di livello nazionale. Introdotto dall’inviato di Rai 1 , il calabrese Francesco Barbatella, l’incontro ha affrontato i temi del presente con sapienti collegamenti con il passato della storia del nostro Paese, ma anche con stimolanti incursioni sul futuro dell’umanità. Fra i tanti argomenti sviluppati dal prof. De Masi , la necessità dello studio e dell’aggiornamento delle conoscenze . “Al contrario di quanto avveniva nelle società che ci hanno preceduto- ha puntualizzato il sociologo- le sfide del mondo moderno devono essere affrontate con strumenti e conoscenze aggiornate”.  In tal senso il ridotto numero di laureati e di giovani iscritti presso le università italiane disegna uno scenario che non offre motivi per essere ottimisti. In Italia gli iscritti all’Università sono appena il 36% dei giovani in età compresa tra i 19 e i 25 anni: una media pari ai due terzi di quella europea.

I laureati in Italia sono il 24% contro il 39% della media europea, il 42% della media Ocse, il 46% della Gran Bretagna, il 43% della Francia, il 34% della Germania. Secondo le previsioni Eurostat, nel 2020 l’Italia sarà ancora all’ultimo posto in Europa, con il 27% di laureati A parere  del prof De Masi,   sarebbe urgente una politica di incentivazione  attraverso l’eliminazione del numero chiuso e la riduzione , nei primi anni , delle tasse d’iscrizione.  I rischi di riduzione di posti di lavoro determinati dalla pervasività dell’ automazione di molti processi lavorativi e le nuove professioni nell’area del tempo libero, in particolare il turismo, la cultura e l’attenzione alla salute ed al benessere, hanno visto il prof De Masi, fornire indicazioni circa le tante opportunità del lavoro dei prossimi decenni. Sono opportunità- ha precisato l’eminente sociologo-  in cui è però necessaria non solo una robusta formazione di base, specie di tipo umanistico, quanto spiccate capacità creative.  La creatività a cui fa riferimento De Masi , è la sintesi ideale tra concretezza e fantasia. Il futuro sarà sempre più in mano alle persone creative per tali motivazioni bisognerebbe concentrarsi sulla generatività del pensiero creativo, specie di quello originato dai gruppi di lavoro. In questa direzione , secondo De Masi , molto possono fare le scuole, specie se sperimentano metodi e strumenti didattici innovativi , ma anche i luoghi di lavoro , animati da una nuova cultura del lavoro non per adempimenti, finalizzata al raggiungimento di obiettivi in cui si valorizza il capitale umano disponibile.

          Franco Caccia

Presidente regionale ASI (Associazione Sociologi Italiani


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