DAL TRAMONTO DELL’IDEOLOGIA ALLA COMUNICAZIONE LIQUIDA
Dal compromesso storico a Casaleggio, la morte della politica svanita nei poteri economici
Li vedevi ai tavoli del bar, a giocare a carte, a sfogliare i giornali, ad ascoltare le partite alla radio. Li sentivi urlare, ognuno con le proprie convinzioni, comunisti e operai, con le mani grandi ed il volto segnato dal sole e dal vento. Il bicchiere di vino che gira di mano in mano ed i manifesti appesi alle pareti, falce e martello, scudo crociato, fiamma, garofano. Simbolo di partito, comunicazione visiva, ore trascorse a parlare di “compromessi storici” di Moro e Berlinguer, di Almirante e Andreotti, tante porzioni di una società in evoluzione. Anni sessanta, anni settanta, la politica come falsa coscienza, ideologia di lotta, strategia della tensione e sviluppo del clientelismo, con la nascita delle Regioni che rafforzano il legame tra partiti e zone grigie criminali. Il tempo passa in fretta, tra comizi, tra tribune politiche e televisione di Stato targata Rai in bianco e nero, ideologicamente eterodiretta dai padroni del potere. Le giovani generazioni si pongono agli estremi; rossi e neri, fascisti e comunisti, il mito della Patria, della Nazione opposto alla Beat generation, agli hippies, all’amore libero che fa arrossire la mentalità cattolica targata Democrazia Cristiana. La politica cammina sui binari delle scuole di partito, tra gli oratori, le piazze e le fabbriche, si deforma ed esplode nella strategia della tensione, nelle bombe nelle piazze e diventa nero fumo in sagome di treni accartocciate di sogni meridionali. Tutto passa, tutto si trasforma, l’informazione, i simboli, la carta stampata e la radio, scivolano sulla velocità delle immagini a colori. Nascono e si sviluppano le radio e le televisioni private, lentamente decadono i contenuti culturali, sostituiti dalle regole del mercato pubblicitario ,con la creazione di sacche generazionali che vestono Monclear e Moon Boot ,paninari e fricchettoni.
Spot su spot , passano i decenni ,la massificazione dell’informazione rende tutti un poco più liberi, ma sempre con messaggi subliminali ,quasi incatenati all’invisibile ideologia eterodiretta. Passano gli anni, gli scandali e le tangenti travolgono i partiti politici tradizionali Dc,Psi,Pci, sfaldati sotto i colpi di un nuovo potere latente ,che conquista le prime pagine dei giornali ed i servizi dei Tg televisivi: la Magistratura. Tutto si capovolge, mafia,clientelismo,arresti eccellenti, leader politici capi di governo che scappano all’estero, travolti dagli scandali e dal tintinnio di monetine scagliate contro le auto blu. L’imprenditoria scende in campo e l’ideologia lentamente si dissolve. Da elemento fondante di appartenenza a un partito ed a un simbolo, si trasforma in immagini a colori. Tutto diventa trasversale, la destra considerata ed etichettata fascista ,dai padroni della cultura post Liberazione e fondatori della nuova Italia repubblicana ,nata dall’ influenza partigiana ,esaltatasi negli scontri tra italiani di diversa ideologia e appartenenza .La sinistra sbiadisce il rosso delle bandiere ed elimina falce e martello ,spezzando i legami ideologici con l’URSS che con la caduta del Muro di Berlino si frammenta in tanti Stati . Cadono le sigle, si strappano le bandiere e l’evoluzione informatica apre le strade telematiche. Il potere dei partiti diventa solo l’ombra delle nuove connessioni, tra il potere economico e l’apertura verso gli scenari dell’Europa libera da confini di popoli e merci. I canali televisivi sono gestiti in modo unidirezionale, la comunicazione e l’informazione verticale codifica le notizie e crea una ulteriore falsa coscienza che sostituisce l’ideologia politica, con la massificazione di mode e conformismi. Il tempo corre ancora più in fretta ed i vecchi politici sono monumenti da rottamare, perduti e sconfitti tra Olgettine e nipoti di Mubarak.
Il web ,i blogs ed i social network ,si sostituiscono ai Tazebao universitari della contestazione studentesca. Ex comici televisivi di successo decidono di partire dal basso, dalla forza dei comunicati, dalla retorica semantica unita alle parole urlate, dalle indignazioni e dall’esaltazione della base. Il vertice del triangolo si capovolge, la lingua fiorentina conquista il potere .I giovani volti dei politici non hanno segni del tempo, non hanno il viso contornato da occhiali per ore di luce riflessa sui libri da studiare.Abbronzati,trendy,parlano in slang italo inglese .Il web conquista l’informazione liquida, dove la velocità delle notizie non lascia spazio alla riflessione ,all’approfondimento .Cinque stelle in movimento, un nuovo modo di diffondere opinioni, tutto velato e ben diretto dietro le quinte di un nuovo scenario: la volontà di diffondere la voce della gente comune. La politica non nasce dalla conoscenza, nasce dai blog, il candidato non è scelto dal popolo, ma dal vertice del movimento nei partiti e dalla base dei Blogger per il Movimento Cinque stelle.
Tutto cambia ,l’intelligenza politica nata da anni di militanza nelle scuole di partito ,formatasi nelle giravolte diplomatiche in difesa del potere è sostituita dalla giovane età dei nuovi protagonisti ,che siedono nelle stanze dl potere. Un nuovo modo di concepire gli scenari .Tutto molto veloce, potrebbe sembrare un metodo antisistema, ma è un prodotto indotto dal sistema. L’ideologo, il comunicatore ,l’ombra dirigente ,con i capelli lunghi e grigi ed il cappello in testa e gli occhiali è andato via. Ha apparentemente sparigliato i giochi del potere ,ma la Spagna e la Francia sono terre lontane ,per i tempi lenti della contestazione civile italica. Non li vedi più giocare ai tavoli dei bar ,discutere a voce alta ,sfogliando i giornali, con la radio in sottofondo ed un bicchiere di vino che passa di mano in mano. Nostalgici ed anziani della vecchia politica. Hanno un biglietto tra le dita, con numeri stampati ,li vedi in piedi in fila ad aspettare cifre su un display. La fisicità si perde tra dieci numeri ,tra il tramonto dell’ideologia e la comunicazione liquida.
Fulvio D’Ascola – giornalista e sociologo ( Portavoce della Deputazione Calabria dell’ASI – Associazione Sociologi Italiani)