L’ASSOCIAZIONE SOCIOLOGI ITALIANI DENUNCIA DI ESSERE STATA CENSURATA DALLA STAMPA CALABRESE
ASI – Associazione Sociologi Italiani
COMUNICATO STAMPA
“Non è nostra intenzione partecipare al dibattito politico che da quasi un anno caratterizza la vita della comunità di Platì. Riteniamo invece che faccia parte del nostro dovere di cittadini ripristinare la verità sul reale e disinteressato impegno che la Chiesa locale, con i due parroci, padre Masino e padre Peppe, sta portando avanti non solo dal punto di vista evangelico, ma anche sociale per affrancare il piccolo centro aspromontano da condizionamenti ambientali riconducibili alla presenza ‘ndranghetista, dagli stereotipi che continuano a ghettizzare l’intera comunità e da strumentalizzazioni di natura politica”. E’ quanto si legge in una nota dell’Associazione Sociologi Italiani che sabato prossimo a Falerna, nel corso di un’apposita assemblea, procederà alla costituzione e all’elezione della Deputazione regionale.L’Associazione Sociologi Italiani – quarto sodalizio nazionale di professionisti di scienze sociali – ha in Calabria la sede centrale e rappresentanze territoriali in diverse regioni del Paese. “I dirigenti della nuova associazione di professionisti, dalla tarda primavera e fino alla fine di ottobre dello scorso anno (allora militanti nell’ANS), in silenzio e senza strombazzamenti mediatici, hanno frequentato la parrocchia di Santa Maria di Loreto ricevendo ospitalità da parte dei due missionari della Consolata, appunto padre Masino e padre Peppe, rientrati in Italia dopo un lungo periodo in Africa. Due sacerdoti che, nonostante l’età e gli acciacchi, sono in possesso di un grande dinamismo fisico e socio-pastorale.
Per questo, come hanno fatto con i sociologi (anche allora guidati da Antonio Latella), agevolano qualsiasi tentativo pur di aiutare una comunità che vuole riprendere a dialogare con lo Stato, da troppo tempo assente in quel territorio, ma pronto a dare “spettacolo” quando, giustamente, è chiamato a mostrare i muscoli”.
“Padre Masimo e il suo confratello Peppe – sostiene ancora l’ASI – , ancorché originari del Piemonte e della Lombardia, fin da subito, sono entrati in sintonia con i bisogni della gente e il loro impegno sta andando oltre la missione pastorale, consapevoli come sono della necessità di dare vita ad un progetto di aggregazione socio- culturale che necessita del contributo di tutti. L’idea dell’oratorio, con l’acquisto di un immobile, non è stata granché appoggiata neanche da quanti presumono, e forse sbagliano, di poter piantare sul territorio di Platì la loro bandiera. Un oratorio, ma anche un campo sportivo, una palestra, una biblioteca, un cineforum, carabinieri che socializzano, politici e istituzioni che frequentino Platì non solo in vista degli appuntamenti elettorali. Nulla di tutto questo, nessuna opportunità per i giovani, niente collegamenti con il resto della Locride. Al punto che gli studenti per raggiungere le scuole superiori sono costretti a viaggiare in piedi su un autobus affollato che percorre l’unica e tortuosa strada di collegamento con la fascia costiera”.
“A Platì c’è un significativo dinamismo giovanile che ruota attorno alla Chiesa ma che rimane quasi ghettizzato nel salone parrocchiale per mancanza di strutture sociali punto d’incontro per altri segmenti di popolazione dislocati sul territorio. Qui, ai piedi della montagna aspromontana, manca il dialogo tra società civile e centrali educative, la scuola in particolare. Il senso di solitudine e di abbandono richiede ben altro, soprattutto la presenza vera dello Stato, rispetto alle analisi e alle sentenze dei mafiologi di turno che, invece di capire i fenomeni presenti in questa parte di Calabria, si danno da fare per gestire forme di prestigio personale. Platì – conclude l’Associazione Sociologi Italiani – non è certo una realtà facile, ma se tutti noi – dai sociologi ai giornalisti, dai politici agli antropologi, dalla società civile alla Chiesa diocesana, dalla scuola all’associazionismo culturale e sportivo – mettessimo da parte personalismi e interessi di corporazione, lo Stato accorcerebbe le distanze dai platiesi”.
Reggio Calabria, 2 aprile 2016
a.l./
La nota in questione, che è stata inviata lo scorso 2 aprile a giornali, tv, siti web e giornali online, secondo l’ASI non ha trovato diritto di cittadinanza sui mezzi d’informazione. Per i sociologi dell’ASI siamo di fronte alla negazione della democrazia.