IL CARDINALE BAGNASCO, IL PREMIER RENZI E IL TEVERE SEMPRE PIU’ LARGO
Nonostante il Tevere continui ad essere sempre “più largo”, è bastato il colpo d’ali di una farfalla in Vaticano per provocare un tornado a Palazzo Madama con l’effetto domino che ha interessato tutta la politica italiana. L’intervento del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ovviamente, non c’entra nulla con il “Modello Lorenz” ma dal punto di vista socio–politico conferma l’esistenza di una teoria del caos che investe segmenti dell’establishment governativo e la maggioranza che lo sostiene in Parlamento. L’intervento del Presidente della Commissione Episcopale Italiana ha ridato fiato all’opposizione e una nuova scialuppa di salvataggio allo schieramento trasversale che è ostile all’approvazione del disegno di legge Cirinnà. Le fondamenta di queste ostilità vanno al di là della libertà di coscienza per cementarsi con la lotta politica di una parte del Pd ostile alla leadership di Matteo Renzi. “Ci auguriamo che in Parlamento tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza sui temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto”. Parola più parola meno, questo il senso dell’intervento del cardinale Bagnasco. In questo auspicio non sono pochi quanti intravedono il tentativo di condizionare il regolare e democratico svolgimento dei lavori del Senato, la cui attività, avviene negli argini tracciati dalla Costituzione e nel rispetto del regolamento interno. Angelo Bagnasco non è un politico, ma appartiene ai vertici del mondo cattolico ben rappresentato nei due rami del Parlamento.
Il presidente della CEI parlava ai parlamentari che si riconoscono nella Chiesa romana? Oppure ha espresso il suo pensiero in qualità di cittadino elettore? Francamente, riteniamo un po’ forzata la parte in cui il cardinale auspica il ricorso al voto segreto. Questo no, Eminenza, uno Stato laico non può consentirlo. Lo Stato non contesta i dogmi e la Chiesa deve rispettare le decisioni democratiche del popolo sovrano rappresentato in Parlamento. Tanta acqua è passata sotto i ponti della Città eterna: un tempo che, tra l’altro, ci riporta a quel “Tevere più largo” di Giovanni Spadolini in cui veniva auspicata una netta distinzione tra la Roma vaticana e la Roma italiana. Un concetto riaffermato sia dal premier Renzi, sia dal presidente del Senato Grasso, rispondendo all’intervento del capo dei vescovi italiani E’ vero, nessuno può negare al cittadino il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni, purché ciò avvenga nel rispetto della legge. Il cardinale Bagnasco, però, rappresenta un’istituzione religiosa che non ha alcun diritto di ingerirsi nel sistema legislativo del Paese. Stato e Chiesa, ognuno nel proprio ambito indipendenti e sovrani.
Cosa diversa è lo strabismo di cui soffre la politica italiana: francamente non è più tollerabile, ove si consideri l’eccessiva radicalizzazione dei giudizi nei confronti di chi viene ritenuto un avversario. La stessa applicazione della tolleranza a senso unico è la negazione del fondamentale diritto di parola e di espressione. Due pesi e due misure? Capita spesso. Al festival di Sanremo, ad esempio, approfittando della loro posizione privilegiata, molti dei cantanti hanno fatto sfoggio di nastrini arcobaleno a sostegno del disegno di legge Cirinnà. La circostanza, però, al di là di qualche mugugno, è passata quasi inosservata. Ecco lo strabismo di certa politica che trova sempre la pagliuzza nell’altrui occhio… E la stessa Chiesa, contrariamente al nuovo corso voluto da Papa Francesco, appare sempre più restia ad abbandonare certe idee che la storia ha relegato nell’archivio dell’antico potere temporale.Il superamento delle contrapposizioni, presenti sia in politica che nella società civile, può avvenire anche grazie alla mediazione della Chiesa ma con un comune ed esclusivo obiettivo: eliminare le grandi diseguaglianze di una società sempre più individualista e orientata al massimo profitto.
Antonio Latella – Giornalista professionista e sociologo (Presidente del Dipartimento Calabria dell’Associazione Nazionale Sociologi)