L’INUTILITA’ DEL FAMILY DAY

SONIA ANGELISI 9 agosto 2015“Nessun’altra istituzione deve assolutamente oscurare la realtà della famiglia con delle situazioni similari” perché “significa veramente compromettere il futuro dell’umano”. E’ quello che ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, circa il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili e sull’ipotesi di adozioni per le coppie omosessuali. Lasciano un certo stupore le dichiarazioni di Bagnasco in merito al disegno di legge Cirinnà e lasciano intuire la profonda influenza che la Chiesa ha avuto nell’organizzazione di una manifestazione volta ad interpretare un groviglio di diritti (??) ambigui e disordinati. Bagnasco poi aggiunge che “nessun’altra forma di convivenza di nucleo familiare, pur rispettabile, può assolutamente oscurare o indebolire la centralità della famiglia, né sul piano sociologico, né sul piano educativo”, quasi a voler rimarcare la famiglia tradizionale come fortezza inespugnabile che nessuna legge “minatoria” potrà mai intaccare, tant’è che rimarca concludendo che la famiglia: “è l’esperienza universale che la Chiesa difende in ogni modo, per amore dell’uomo, della vita e dell’amore”. La Chiesa si erge quindi a paladina dell’amore e della vita individuando un nemico ben preciso: le unioni gay.Quella del Family Day si configura, quindi, come una chiamata alle armi da parte di quella ala conservatrice del cattolicesimo che sembrava essere stata zittita da un Papa rivoluzionario come Bergoglio, capace di risollevare le sorti di una Chiesa chiusa su se stessa e ormai lontana dal tessuto sociale. E invece, la voce progressista è muta e lo stesso Papa sembra avallare adunate omofobe e retrograde che puzzano di settarismo e di fanatismo religioso.

Tuttavia, la battaglia combattuta dalla Cei e dai cattolici non poggia affatto su basi solide. La verità è sempre e solo una ovvero che, dietro questa misera e ridicola aggregazione di soggetti confusi, ignoranti e impauriti, la voce grossa come al solito la fa la Chiesa. Masse di credenti ammaestrarti a dire no alle unioni gay. Il perché resta ancora un mistero, probabilmente il terzo mistero di Fatima.La Chiesa che si pronuncia e, ovviamente, si pronuncia sempre contro quella che non è altro che un’estensione dei diritti, lo fa insinuando la presenza di una minaccia alla famiglia tradizionale. Di fatto, il DDL Cirinnà non vuole assolutamente demolire la famiglia cosiddetta tradizionale, composta da un uomo e una donna; né mira a distruggere l’istituto sociale (non naturale, badate bene) del matrimonio.  Questo disegno di legge intende solo estendere una serie di diritti alle coppie di fatto, comprese quelle composte da omosessuali, prevedendo che due persone maggiorenni possano costituire un’unione civile, acquisendo diritti e doveri verso il partner e ottenendo la possibilità di adottare il figlio biologico del partner allo scopo di tutelare il minore (la famigerata stepchild adoption). Occhio: nessuna adozione di bambini da orfanotrofi (peccato, aggiungerei), né legalizzazione dell’utero in affitto.

images[10]Allora perché nasce il Family Day? Sostanzialmente è l’incarnazione di una negazione dell’estensione dei diritti ad una categoria di soggetti che ad oggi sono discriminati dalla legge. Una schiera di cattolici che si fanno paladini dell’amore filiale, cultori della psicologia infantile e garanti dell’equilibrio sociale. Tutto in nome di Maria Vergine, che non era sposata, ingravidata dallo Spirito Santo e compagna di San Giuseppe il falegname: insomma, l’emblema della famiglia tradizionale! La famiglia tradizionale non è sempre l’emblema di una sana crescita psicosociale infantile, né si rivela fortezza dell’amore incondizionato verso la prole e verso il proprio partner e i fatti di cronaca nera ce lo testimoniano quotidianamente. Non è retorica, ma famiglia è dove c’è amore, questo termine così abusato e bistrattato. E due omosessuali, ahimè per voi cari etero-cattolici-familyday, possiedono la facoltà di riceverlo e donarlo al pari di tutti gli esseri viventi dotati di sentimenti.

Non me ne vogliano i cattolici, ma il vero cristiano dovrebbe ergersi a difensore di questo puro sentimento d’amore e non schierarsi dalla parte degli inquisitori, prostrandosi al volere di una Chiesa che si appiglia persino alla carta costituzionale pur di non darla vinta alla politica renziana, sulla quale avremmo anche tanto da dire.Lo scienziato sociale non dovrebbe esprimere giudizi di opinione per garantire quell’oggettività weberiana propria delle scienze sociali. Tuttavia, siamo individui parte integrante dell’oggetto dei nostri studi e una completa imparzialità non è sempre garantita, in questo caso non è volutamente ricercata. Dunque, questa riflessione rispecchia in parte quel sentire emozionale e razionale del tutto personale che attinge da un immaginario collettivo rielaborato come una sorta di costrutto di secondo grado. A conclusione di ciò, mi preme ribadire quanto mi spaventi tanta cecità morale, così come mi sorprende sempre più lo straordinario tempismo della Chiesa che non si pronuncia mai o mai abbastanza su questioni sociali di rilevante importanza (mafia, pedofilia per dirne due), ma ha tanto da dire quando si tratta di limitare l’esercizio della libertà altrui.

Sonia Angelisi – Sociologa ANS

foto manifestazione (La Stampa)


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