IL PACIFICO PIZZAIOLO DI ANAGNI E LA PSICOSI DELLA PAURA

Latella 20 gennaio 2016Il fucile giocattolo che il pizzaiolo di Anagni stava portando in dono al figlio conferma come la paura assedia il mondo. Una paura che non siamo più in grado di gestire. Nel mondo postmoderno il cittadino si lascia facilmente prendere in ostaggio dal timore della criminalità, del terrorismo, dello straniero e noi tutti diventiamo cittadini di una società impotente e incapace di discernere le situazioni di vero pericolo.“Desidero sostenere le mia ferma convinzione secondo cui l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”, scriveva nel discorso d’insediamento ( 4 marzo 1933)  il 32° Presidente americano, Franklin Delano Roosevelt.

“Paura è il nome – sostiene Zygmunt Bauman –  che diamo alla nostra incertezza: alla nostra ignoranza delle minaccia, o di ciò che c’è da fare – che possiamo o non possiamo fare –  per arrestare il cammino o, se questo non è in nostro potere, almeno come affrontarla”.Già, affrontare le situazioni. Ma siamo certi che quanto successo alla stazione Termini di Roma, lunedì pomeriggio, sia stato affrontato con una strategia asettica per impedire il diffondersi dell’epidemia della paura?

Immaginiamo un po’ se il pizzaiolo ciociaro fosse stato davvero un terrorista cosa avrebbe potuto provocare dopo aver attraversato, con semplice e indisturbato incedere, le maglie dei sistemi di sicurezza che h 24 sono affidati all’esercito, alla polizia, ai carabinieri, alla vigilanza delle ferrovie e da decine di telecamere che filmano ogni movimento. Ma quell’uomo, grazie a Dio, è un padre di famiglia che tornava a casa portandosi dietro qualcosa che avrebbe fatto felice il suo bambino di otto anni.Il senno del poi non ci aiuta ad essere lucidi. Difficile immaginare che migliaia di persone siano rimaste impassibili al passaggio del sig Luca Campanile che con quell’arma giocattolo voleva fare una sorpresa al figlio di otto anni con un regalo per Carnevale. I controllori della sala monitor, dove vengono mixate le immagini delle telecamere, sono stati ingannati, o hanno capito che si trattava di un’arma giocattolo?  Le stesse domande valgono per le altre forze di polizia. Ma poi quando – stando alle notizie ufficiali – un viaggiatore / o viaggiatrice ha lanciato l’allarme il sistema di sicurezza è diventato un focolaio di contagio della paura nazionale. Tutto questo mentre il pizzaiolo, salito in treno ha raggiunto la sua abitazione portandosi dietro quell’arma giocattolo, munita di tappo rosso (come prevede la legge), e messa da parte visto che il suo bambino già dormiva. Mentre l’allarme attraversava la coscienza degli italiani, gli organi d’informazione hanno anche parlato di un controllo del pizzaiolo da parte di un carabiniere fuori servizio, il quale avrebbe accertato la natura ludica di quell’arma.   Il resto lo lasciamo alle cronache. Rimangono però   la paure globali che martellano la mente di un mondo denso di pericoli che, in qualsiasi momento e senza preavviso, sconvolgono la nostra esistenza.

Antonio Latellagiornalista professionista e sociologo ( Presidente del Dipartimento Calabria dell’Associazione  Nazionale Sociologi)


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