ALLA LUCE DEI TRAGICI FATTI DI TERRORISMO INTEGRALISTA ,ANALIZZIAMO UN FENOMENO CHE CI RIGUARDA DA VICINO
Gli esseri umani, solo da qualche decina d’anni, e soprattutto con l’avvento di Internet e dei telefoni cellulari che ormai utilizzano in massa, sono sempre più coscienti di ciò che il nostro pianeta, con le sue azioni, le tradizioni dei popoli con pregi e difetti, e questo acculturarsi aumenta in modo esponenziale. Stiamo per vivere il “villaggio globale”. Poveracci coloro che ancora oggi cercano, tramite editti, con l’appoggio di pseudo politicanti, di perfide sette religiose e malvagi comportamenti, di provare a tenere la popolazione nell’ignoranza. E’ una partita persa in partenza. Ormai, in ogni parte del mondo, chi, soprattutto se giovane, si trova a disagio nel proprio paese, a causa di povertà, guerre, di politica e religione avverse, chi in definitiva soffre e non vede in casa propria vie d’uscita, conoscendo le proprie potenzialità e affacciandosi sul mondo tramite le ultime tecnologie di informazione di massa, abbandona il suo paese emigrando verso mete più ambite. La tecnologia, riguardo la comunicazione, sta ormai superando ogni limite e con Internet, ha reso vani ogni censura ed ogni addomesticamento. Ormai è stato superato il concetto di TV di Stato che, come accadeva negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, trasmetteva il giovedì i quiz, il venerdì la commedia, il sabato il varietà, la domenica mattina la TV degli agricoltori e la santa messa. Ormai, i professionisti dell’etere, i diffusori di cosce e di sangue a secchiate, stanno per finire il loro tempo; si stanno accorgendo che i giovani di tutto il mondo non li seguono più; i ragazzi se ne stanno a testa china con cellulare e cuffiette, a visionare ciò che succede veramente nel mondo. E questa è la rivoluzione di questi ultimi anni, la tecnologia ha bruciato le distanze, ha scavalcato ogni miope imposizione territoriale, ha abbattuto non solo i muri, che qualcuno ancora oggi si ostina ad erigere, ma le montagne, i mari e gli oceani che una volta erano grossi ostacoli riguardo agli spostamenti. Anche per merito della rivoluzione del 1968, la musiva leggera che si è propagata a livello globale, i Beatles, i primi a concertare in giro per il mondo, la lingua inglese alla conquista della Terra; questi ultimi ritrovati, sempre più globalizzati, stanno facendo diventare i giovani di tutto il mondo sempre più svegli e preparati.
Tentare di dividere le culture, di tenere separati i popoli e di interrompere quindi la tendenza all’integrazione globale, è un’azione proibitiva; è come tentare di contrastare una marea, uno tsunami, allargando le braccia. La tendenza ormai è quella di una reale integrazione delle minoranze e quindi quella di dover vivere tutti in una società multietnica; ce lo insegnano le grandi metropoli occidentali, Londra, Parigi, Bruxelles, New York e tante altre, crogioli di razze, religioni e colori di pelle diversi, che riescono esempi eclatanti di progresso umano. L’Europa e con essa l’Italia è oggi, per nostra fortuna, considerata una terra promessa, nazioni ricche rispetto al resto del mondo; l’Italia, in particolare, ha un territorio facilmente raggiungibile per mare e per terra. Per di più tanti nostri compatrioti sono schivi da certi mestieri, considerati troppo umili, difficili o pericolosi, e li stanno delegando proprio agli immigrati che se ne stanno appropriando. Gli italiani, genericamente parlando, sono brava gente, e la nostra nazione, agli occhi di chi è in difficoltà e che vive in certe sfortunate zone del pianete, è una nuova America, un nuovo Eldorado. L’esodo più spettacolare è quello al quale stiamo assistendo in questi giorni attraverso le diverse reti televisive europee: file interminabili di profughi che da zone di guerra del medio oriente, dalla Siria, dall’Iraq, attraverso la Turchia, raggiungono le frontiere dei paesi europei; gente determinata che vuole venire e vivere in Europa con l’intento di rifarsi una vita, attirati da parenti e conoscenti ivi già integrati e soprattutto dalla fama di pace che regna ormai da decine e decine di anni nel nostro continente.
E’ questo un vero esodo biblico di proporzioni gigantesche, un esodo che passerà alla storia per le sue implicazioni ma che non è altro che l’inizio di una consapevole ridistribuzione degli esseri umani che, a prescindere dal luogo natio, vogliono vivere lì dove la vita è più facile, facendo sì che certi territori di frontiera, difficili da abitare per motivi climatici, economici (dovuti alla lotta per lo sfruttamento di giacimenti petroliferi), religiosi ( dovuti a valse e ingannevoli interpretazione di testi cosiddetti “sacri”) si spopolino sempre di più. I tiranni, i ciechi integralisti, gli animali tagliatori di teste, rimarranno soli e si uccideranno tra di loro.
Di questo si parlerà nel Congegno Nazionale “Emigrazione oggi: impatto sociale” che l’ANS ha organizzato a Firenze, il 4 dicembre p.v. presso l’antica sala Conferenze delle “Misericordie d’ Italia, in via delle Panche 39/b nello storico quartiere di Rifredi.
All’evento sono stati invitati, tra gli altri, tre importanti ospiti d’onore: il sociologo e scrittore Prof. Francesco Alberoni, la Presidente della Commissione e Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo On. D.ssa Silvia Costa e il dott. Prof. Claudio Di Benedetto direttore della Biblioteca degli Uffizi.
Pietro Zocconali – Presidente Associazione Nazionale Sociologi, Pubblicista.
(Il testo dell’intervento del Dott. Cav. Zocconali è stato distribuito all’ inizio dei lavori congressuali di Firenze. Noi l’abbiamo riportato integralmente