IMPOVERIMENTO DELL’ANIMA E SOCIETÀ GLOBALIZZATA

GIUSEPPE BIANCO 26 settembre 2015Avviare un ragionamento, che riguardi la crisi economica internazionale, presente evidentemente con vario peso e misura, nel territorio europeo, rappresenta una sfida che le scienze sociali, debbono accogliere. L’assetto economico e politico, che nell’immediato post-guerra, si era pensato secondo una visione solidaristica ed unificatrice, ma non destrutturante delle singole identità ( tra gli italiani, possiamo ricordare Alcide De Gasperi), a causa di una probabile velocizzazione del processo attuativo e di un colpo di mano che alcune lobbies internazionali fecero alla politica ( intesa in senso alto), comportò un processo di esclusiva armonizzazione dell’economia e di sostanziale regolazione forzata dei mercati, sulla base  di meccanismi rigidi e scarsamente solidaristici. L’Europa, sognata, non si è trasformata, in un insieme di stati legati da comuni radici culturali ed ispirati dalla democrazia e dalla libertà, ma  ha assunto col tempo, le sembianze di un “mostro tecnocratico” privo di flessibilità e carente di “valori umanizzanti”.

Ad oggi, anche in Italia, assistiamo ad alcuni processi ( politico-sociali) resi evidenti da diversi dati statistici ( Istat 2013 – 23,4 % delle famiglie, vive in condizioni di grave disagio): processo di graduale impoverimento economico, destrutturazione del Welfare State, aumento della disoccupazione giovanile ed altro che lasciano evidenziare, l’accumulo di nuove forme di disagio e di povertà economica.

A tutto ciò, si aggiungono alcune anomalie, evidenti anche nell’ambito dei processi democratici, che negli ultimi anni hanno comportato un indebolimento progressivo del potere degli elettori, programmato e sostenuto dai continui atti di “ terrorismo mediatico” (finalizzati all’instillazione del “panico da crisi”) ed a ripetuti scandali legati alla corruzione della classe dirigente, che normalmente si dovrebbero evidenziare in maniera così massiccia, solo in democrazie giovani e deboli ( Manuale di scienza della politica – Raniolo, Verzichelli, Capano, Piattoni – Il Mulino) e non certo in una democrazia, oramai consolidata, come la nostra.

Viene evidente chiedersi come mai, la base sociale ( piccola imprenditori, giovani, precari, dipendenti, donne etc.)  non riesca ad imprimere un allentamento di questo stato di cose, rimanendo sostanzialmente, quasi inattiva in termini di protesta efficace ( per alcuni versi, anche lo stesso Movimento “Cinque Stelle” è servito solo a sedare, il malumore covante). Alcuni dati registrano una preoccupante declinazione del benessere psichico e dell’anima, dovuto anche all’impossibilità di soddisfare alcuni dei bisogni essenziali dell’essere umano “evoluto”.Secondo il Laboratorio di ricerca socio-economica dell’Università degli Studi Link Campus University in Italia nel triennio 2012 – 2014, sono stati 439 il numero complessivo di suicidi dovuti alla crisi economica e secondo un indagine dell’Istat, i casi di depressione diagnosticati in Italia, nel 2014 sono pari a 2,6 milioni ( Indagine sulla tutela della salute ed accesso alle cure 2014) che rappresentano il 4,3 per cento della popolazione totale. Nasce pertanto l’esigenza di strutturare percorsi di ricerca integrati, chiamando in causa diverse discipline ( sociologia, psichiatria sociale, neurologia, psicologia del lavoro, antropologia culturale etc.), per strutturare proposte credibili e sostenibili per l’attuazione di modelli di vita alternativi all’attuale, evidentemente poco sostenibile e privo di riferimenti stabili da un punto di vista  naturale, etico  e valoriale ( Vita liquida – Zygmunt Bauman – La Terza ).

DON GIACOMO PANIZZARispetto a quanto scritto, risulta essere chiara la inter-connessione tra l’aumento della crisi economica e l’impoverimento dell’ anima, dove per “impoverimento dell’anima”, intendiamo l’abbassamento delle risorse proprie e maggiormente evolute dell’essere umano, che lo distinguono  rispetto alle altre specie ( autocoscienza, empatia, etica, capacità di lottare per un ideale superiore a sé stessi etc.).Nella seconda parte dello scritto, cercheremo di ipotizzare alcune delle motivazioni che interferiscono nel processo evolutivo dell’”essere umano globalizzato”, con lo scopo, di stimolare una riflessione, riguardo alle possibili azioni da intraprendere nell’ambito politico, sociale, familiare, aziendale e pedagogico per re-infondere nel “sistema”, elementi “sani” di evoluzione umana.Negli anni ’80, l’invenzione della TAC ( Tomografia Assiale Computerizzata), comportò un incremento delle scoperte nell’ambito delle Neuroscienze ( ambito disciplinare che prima di questa data, veniva relegato quasi al confine con la filosofia). Per la prima volta, si riuscì a vedere concretamente, cosa avvenisse all’interno del cervello umano ed a evidenziarne, le diverse zone di attivazione. Per la prima volta la famosa teoria di Mc Lean sul cervello tripartito ( Triune brain), potette attenersi ad evidenze, di tipo scientifico.In un mio precedente articolo, pubblicato su Sociologia on web a luglio 2015 ( Sviluppo dell’uomo  e regressione nella “coscienza mediatica” – www.sociologiaonweb.it ), si evidenziava il sostanziale addormentamento della parte più evoluta del cervello (semplificando, per Mc Lean, il cervello è suddiviso in tre parti: parte rettiliana – impulsi primordiali, parte limbica – emozioni e sentimenti e parte neocorticale – autocoscienza), costituita dalla parte neo-mammaliana o neocorticale appunto, in grado di integrare le altre due parti più primitive ( ma importanti) e di governare le varie dinamiche interne, per garantirne un funzionamento di tipo evoluto ed etico.Gli anni ’70, avviarono un processo ulteriormente generativo di integrazioni tra il mondo del business ed il “controllo della mente sociale”  in genere e le scienze umane ( sociologia, psichiatria sociale, psicologia sociale, scienze della comunicazione, neurologia etc.) e molte delle scoperte compiute, furono utilizzate dai nuclei di potere e dalle multinazionali per avviare una trasformazione epocale dell’individuo che da cittadino ( portatore di diritti e doveri) assunse le sembianze di “consumatore”, spostando radicalmente  il perno del suo empowerment e facendolo poggiare esclusivamente, sulla sua possibilità di consumare ( La città: bisogni, desideri, diritti – Nuvolati, Piselli – Franco Angeli Editore).

SAN MANGO PANORAMADa subito, si comprese quanto importante fosse l’annichilimento della parte neo-corticale e la stimolazione delle parti più primitive del cervello, per garantire un sostanziale controllo delle masse ed un aumento dei consumi ( Terrore mediatico – Maggioni – La Terza) e si avviarono, soprattutto a livello mediatico, una serie di processi che comportarono il costituirsi della            “società liquida” e la violenza sulla nostra privacy da parte dello stato e delle multinazionali, che sempre di più interferiscono in maniera subdola, lasciando la netta sensazione inconscia, di essere controllati e manipolati nella nostra libertà individuale ( Sesto potere. La sorveglianza nella modernità liquida – Bauman, Lyon – La Terza).A tutto questo, negli ultimi anni, si è aggiunto un adeguamento al “sistema”, da parte di molti operatori delle professioni di aiuto ( psicologi, pedagogisti, assistenti sociali etc.) che hanno incrementato ulteriormente la medicalizzazione del “disagio sociale” ed hanno dismesso molti degli strumenti teorici ed operativi basati sull’importanza della relazione e del rispetto dell’altro (per uno sviluppo reale ed etico di sé stessi). Si è manifestata subdolamente,  in maniera molto massiccia, un’aderenza ideale al cosidetto filone della “psicologia positiva” che poggia sul presupposto di “stare bene per sé stessi”, inserendo l’altro nel microcosmo individuale e relazionale, al solo fine di riconoscerlo a tempo determinato e solo finchè “l’altro da mè”  comporta il soddisfacimento dei miei bisogni individuali ( lo psicanalista W. Bion, etichetta questa posizione come “attacco-fuga” / Esperienze nei gruppi – W.Bion – Armando Editore).Sarà compito dei nuovi educatori e non certo della politica o delle grandi lobbies internazionali ( che tenderanno quasi sicuramente a mantenere lo status quo) di  stimolare attraverso un nuovo modo di pensare all’individuo, un rinnovato arricchimento dell’autocoscienza dei singoli e dei gruppi, una strutturazione più solida e meno “liquida” dell’essere umano, un processo di risveglio della neo-corteccia, al fine di garantire un ribaltamento dell’attuale condizione di povertà di “anima” e di migliorare la condizione sociale, non solo dal punto di vista del soddisfacimento dei bisogni primari ma anche di quelli più evoluti ( Motivazione e personalità – Maslow – Armando Editore).Per arrivare ad una “rivoluzione culturale” , una nuova “primavera dello spirito umano” , un nuovo e reale “umanesimo moderno”, bisognerà prima innescare, per tempi medio-lunghi, una “ri-evoluzione” mentale, attraverso lo stimolo della crescita di tutte quelle facoltà, prettamente umane  che oggi appaiono addormentate.Uno degli uomini più geniali della storia ( Leonardo da Vinci) disse: “Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare”. L’uomo “globalizzato” di oggi, ha bisogno di ricordarsi della sua grandezza e dignità, decidendo coscientemente di uscire dalla condizione di infimo “ consumatore di prodotti” per riprendere il suo “volo” nella storia.

 

Giuseppe Bianco  – Sociologo ANS Dipartimento Calabria

Formatore e Coach ( Sviluppo del potenziale umano e Leadership)

 

 Convegno sulle “Nuove povertà”:  San Mango d’Aquino (CZ) 26 settembre 2015

 


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